La struttura
L’impianto tipologico ripete tipi già ampiamente collaudati di chiara matrice palladiana con un preciso impianto tripartito. Viene dato massimo valore al salone centrale riconoscibile anche dall’esterno dell’edificio per la sopraelevazione a timpano: questo tipo di struttura, tipico anche nelle ville del ‘600 e del ‘700 era spesso alto due piani per essere interrotto a metà da un ballatoio a sbalzo sul quale si affacciano le porte e le finestre dei piani superiori.
La facciata principale è stata appesantita nel ‘700 con decorazione (statue, lesene che scandiscono i piani, pinnacoli) che però sono sempre finalizzate alla visualizzazione del corpo centrale di fabbrica. Il restauro settecentesco ha caratterizzato la facciata con ampio finestrato centrale e con delle statue-cariatidi in nicchia che coronano il sopralzo del timpano; cinque pinnacoli chiudono sulla linea di gronda la verticalità della facciata.
I Vedramin acquisirono una porzione di terreno nel padovano a Noventa Padovana nella metà del secolo XVI per poi erigervi una villa che nel 1736 per il matrimonio di Pietro I° Cappello con Elisabetta Vendramin fu da questa portata in dote. La scelta di Noventa Padovana non fu casuale, la località era abbastanza lontana da Venezia ma comunque vicina ad una città (Padova), avrebbe comunque dato i piaceri del viaggio lungo il fiume Brenta nel trasferimento da Venezia in Villa e avrebbe avuto quell’atmosfera di ‘arcadia’ ricercata proprio nella terraferma. L’edificio ha subito, durante i secoli, notevoli trasformazioni che hanno fatto perdere la struttura dell’impianto originario rinascimentale. La posizione baricentrica della villa rispetto al tratto trapezoidale di sua pertinenza denota una precisa scelta progettuale ed organizzativa con una leggera digressione, rispetto agli impianti tradizionali, per le adiacenze: granai, stalle, foresterie…
Tradizionalmente adiacenti al corpo centrale vi erano organizzate le barchesse, fisicamente legate al corpo centrale della villa, ne aumentavano l’impianto visivo. Nella villa, oggetto della nostra analisi, sono invece proposte ai lati, in due corpi simmetrici ma staccati dal corpo centrale e racchiudono un preciso spazio antistante la villa stessa. L’organizzazione dell’intorno della villa, delimitato da un muro di confine, racchiude tutte le necessità del piacevole vivere in villa. La parte antistante ad essa, racchiusa ai lati delle barchesse, raccoglie un tipico giardino all’italiana, con piante trasformate in illusorie architetture e aiuole e tappeti erbosi disegnati in modo da creare ordinati arabeschi, il tutto in una ordinata simmetria che conduce direttamente al corpo centrale dell’edificio.
Lo spazio subito adiacente alla villa è aperto in modo da dare libero ed immediato accesso alle barchesse nei periodi di intenso lavoro nei campi. A proposito della forma trapezoidale del terreno e della posizione baricentrica della villa, si nota come la parte antistante è caratterizzata dal giardino all’italiana che si differenzia dalla retrostante organizzata da un ampio spazio prativo dove erano presenti alberi da frutta e orti che terminava con una porzione consistente di terreno arativo. Nel 1975 si ebbe un ennesimo intervento di restauro che caratterizzò soprattutto l’interno della villa con il rinnovo totale delle decorazioni e degli stucchi. Questo manufatto architettonico con il suo intorno racchiude nel suo divenire storico tutti gli elementi che tipicizzano la ‘Villa Veneta’ che… “rammentano illustri nomi di artisti e scrittori, e mostrano opere d’arte invidiabili a mille capitali d’Europa”.