La storia
Nel luogo dove oggi si trova la villa, attorno all’anno 1000, vi era un castello appartenente alla famiglia Dalesmanini, vassalli del Vescovo di Padova.
La costruzione dominava il borgo di Noventa, che nel Medioevo fu importante porto fluviale di Padova. Questa struttura, grazie alla sua maestosità era un ottimo avamposto per la difesa della tenuta e di controllo delle scorribande di conquistatori e banditi.
Ritornando a quel tempo attorno alla villa dobbiamo immaginarci una foresta, fitta di arbusti e una parte di terreni paludosi. Qui ci si poteva intrattenere a cavallo, con lunghe passeggiate e nell’attività della caccia. Proprio in quegli anni nel 1209, fu escavato il Canale Piovego utilizzando uno o più corsi d’acqua del Brenta, fiume situato al tempo dietro alla villa. Il Piovego divenne cosi l’autostrada fluviale per il trasporto delle merci da Fusina a Padova.
I Dalesmanini rimasero nel loro castello fino al 1250 per poi esser trucidata brutalmente da Ezzelino da Romano. Il castello fu bruciato e raso al suolo dallo stesso Ezzelino.
Le rovine rimasero scoperte per diversi anni finchè nel 1400 i terreni furono acquistati dalle nobili casate veneziane Trevisan e Loredan (nobili commercianti) che iniziarono la costruzione, anche se primitiva, della villa attuale. La tenuta successivamente per mancanza di eredi della famiglia Trevisan venne ceduta a parenti del Trevisan.
Nel 1520 compare il nome dei GRIMANI precisamente del Cardinale Domenico Grimani, patriarca di Aquileia che diede inizio le diverse trasformazioni alla struttura, da casa a villa veneziana.
Nel 1700 ci furono diverse modifiche al giardino, per come lo vediamo ora. La villa successivamente passa agli eredi Calergi che a loro volta lasciarono tutto il podere al pronipote NICOLO VENDRAMIN che per volere del cardinale dovette assumere anche il cognome CALERGI.
Quest’ultimo lascia in eredità tutto al figlio che sposa la nobil donna BIANCA MOROSINI. In occasione delle nozze infatti affrescata la sala nobile dal pittore già attivo nel territorio Andre Urbani.
La figlia ELENA VENDRAMIN CALERGI fu l’ultima proprietaria della villa, data successivamente in sposa al conte Andrea Valmarana. Da cui prende il nome di Villa Vendramin Calergi Valmarana.
La contessa Elena ebbe un ruolo di risalto a Noventa, conosciuta per la sua sensibilità alle disgrazie e svenute dei meno fortunati, era solita aiutare diverse famiglie del paese. Un episodio in particolari che molti ebbero a cuore fu l’alluvione del fiume brenta nel 1882 dove in prima persona accolse a spese proprie fittavoli e paesani colpiti dalla tragedia.
La contessa, inoltre era solita fare visita all’istituto di Venezia per giovani sordomute affidate alle suore canossiane. Da qui probabilmente il forte interessamento e dedizione alle stesse, fece successivamente lasciare la villa in eredità con obbligo di istituire un ISTITUTO PER SORDOMUTE, inaugurato poi, nel 1910.

Il giardino
Il giardino è stato realizzato nel 700 per poi subire diverse trasformazioni nell’arco degli anni. La facciata frontale originalmente si affacciava sul Brenta vecchio, ci si poteva imbattere in un piccolo giardino in stile settecentesco che accoglieva tutti i nobili ospiti che erano soliti arrivare attraverso il fiume. La facciata posteriore (ora la principale) non di minor importanza si affaccia su un giardino molto ampio per conferire alla villa intimità e riservatezza.
Guardando la villa dalla facciata a sinistra vi era un frutteto e un canaletto per l’irrigazione; a destra, invece,
costeggiato dal Brenta, dove oggi vi è il campo sportivo vi era un altro piccolo frutteto, un giardino e la rimessa per gli agrumi.
Nel giardino si possono trovare diverse specie botaniche, accuratamente scelte e posizionate sulla base della loro conformazione ed equilibrio con l’ambiente. Il complesso delle aiole presenti raffigurano disegni geometrici tipici dei giardini ornamentali alla francese, con lo scopo di creare una cornice alla villa stessa.

La struttura architettonica
La struttura architettonica della villa è quella consueta: sala centrale orientata da nord a sud, stanze laterali simmetriche con le scale poste lateralmente alla sala centrale.
Le facciate sono verosimilmente simili tranne per le due parti esposte della sala della contessa e la caffetteria.
La villa era abitata dalla contessa al piano terra e al primo piano, mentre il secondo piano era per la servitù, il sottotetto era adibito a granaio.
L’ingresso attuale (lato strada) era l’ingresso adibito a cavalli e carrozze, un tempo al livello del cancello vi era un ponte levatoio andato distrutto, mentre quello ufficiale era dal lato del fiume. Il fiume fu successivamente chiuso nel 1800 a causa dei continui allagamenti modificandone il corso.
La struttura della villa presenta dei saloni centrali ad ogni piano dai quali si dipartono sale laterali in modo simmetrico.
Al piano terra possiamo trovare pitture e stucchi semplici color CICLAMINO, VERDE E ROSA. Qui un tempo vi erano quadri di valore inestimabile, probabilmente venduti o saccheggiati durante le guerre.
Dalla sala centrale si può notare una cappella privata in marmo di carrara con quadri della via crucis pregiati e unici.
Salendo l’elegante scala a chiocciola o SCALONE D’ONORE in pietra tenera di COSTOZZA con un’unica colonna ad ordine toscano con alto basamento che conducono al piano nobile.
Nelle nicchie, ora con splendide piante ornamentali, vi erano delle statue raffiguranti figure mitologiche.
Entrando nel salone nobile possiamo notare il grande STEMMA DEI CALERGI-VALMARANA (l’aquila in ricordo delle concessioni dell’imperatore degli Asburgo e un drago)
Le stanze
Il salone nobile è di 18 metri di lunghezza per 8 di larghezza. Il pavimento è composta dal tipico MOSAICO VENEZIANO, mentre al soffitto si possono ammirare due splendidi lampadari in vetro di murano.
Alle pareti della sala nobile possiamo notare degli affreschi di ANDREA URBANI noto sceneggiatore Veneziano. In questi affreschi è stata utilizzata la tecnica del QUADRATURISMO ovvero l’impiego delle colonne che fungono da cornice all’affresco centrale. La prospettiva data con alberi scenografica rende la sala molto più grande.
In questa stanza decorata in occasione del matrimonio di Bianca Morosini e Francesco Vendramin Calergi ritroviamo un enorme affresco ispirato al palazzo d’inverno di San Pietroburgo, (ultimo viaggio di Urbani) la LOTTA DI ERCOLE impreziosita da paesaggi e bronzi dorati che rappresentano la lotta tra il bene e il male.
Sulle sovrapporte ritroviamo le VIRTU’ in finto rilievo di marmo bianco, quasi distaccate dalla scena principale. Tutte le stanze collegate al salone nobile hanno la tematica della virtù posta all’ingresso.
Il salone nobile apre, quindi, alle stanze laterali:
- Sala delle fontane
- Sala dell’umiltà
- Sala del consiglio
- Sala dei paesaggi
- Sala della caccia
- Sala della concordia
- Sala Cinese
- Sala dei Tiepolo


